Stiamo Tornando Alla Giungla?
- Edda Abbagliati
- 25 giu
- Tempo di lettura: 2 min
L’etichetta perduta nei viaggi internazionali.
Sono appena rientrata da un viaggio in Italia che mi ha lasciato una profonda inquietudine. Aeroporti affollati, voli pieni, attese interminabili… Tutto questo potrebbe considerarsi parte del normale processo del viaggiare. Ma ciò che mi ha colpito e rattristato è la sconcertante perdita di educazione, cortesia e buon senso nel comportamento di molti viaggiatori.

• Abbigliamento fuori luogo: tra comodità e sciatteria
Viaggiare comodi non significa presentarsi come se si stesse andando in spiaggia. Negli ultimi voli ho visto passeggeri imbarcarsi con ciabatte di gomma, pantaloncini logori, canottiere e perfino persone scalze che camminavano per la cabina.
C’è una grande differenza tra l’informale e il trasandato
L’abbigliamento comunica, anche in transito. E la comodità non dovrebbe mai essere una scusa per perdere il decoro.
• Cellulari: un’estensione dell’ego
Se c’è un protagonista indiscusso del caos attuale, è il cattivo uso del telefono cellulare. Negli aeroporti si parla ad alta voce senza alcun riguardo per chi sta intorno; sugli aerei si riproducono video o messaggi vocali senza cuffie.
Quando è diventato accettabile invadere lo spazio acustico altrui?
La mancanza di discrezione nell’uso del telefono è ormai un problema culturale. Non si tratta solo di buone maniere, ma di rispetto basilare. Non tutto ciò che si pensa o si prova ha bisogno di essere condiviso e tanto meno ad alta voce.
• Conversazioni inadeguate in volo: senza filtro né consapevolezza
All’interno dell’aereo, dove lo spazio è ridotto e la vicinanza inevitabile, la cortesia dovrebbe essere la regola base della convivenza. Invece, prevalgono voci alte, argomenti personali, totale mancanza di filtro.
L’aereo non è un salotto privato. È uno spazio condiviso
Abbassare il tono, evitare temi inopportuni o delicati e mantenere consapevolezza del contesto è un segno di educazione internazionale e anche di sensibilità umana.
• Educazione assente negli aeroporti
Nemmeno a terra la situazione migliora. Le code generano discussioni, i corridoi vengono bloccati senza considerazione e il personale viene spesso trattato con tono secco, esigente o addirittura ostile.
Un caso emblematico: una famiglia di due adulti, due bambini e quattro trolley occupava l’intera larghezza di un corridoio principale (a Londra) ostacolando il passaggio a centinaia di persone senza il minimo intento di farsi da parte.
Quando abbiamo smesso di essere consapevoli dello spazio comune?
La gentilezza non rallenta il viaggio. Al contrario, lo rende migliore per tutti.
• Un appello urgente al viaggiatore contemporaneo
Viaggiare è un’opportunità per scoprire il mondo, ma anche per mostrare il meglio di noi come esseri umani. Eppure, ciò che si moltiplica oggi è un tipo di viaggiatore che si comporta come se esistesse solo lui.
Dall’abbigliamento al tono di voce, dall’uso del cellulare al rispetto degli spazi comuni, l’etichetta del viaggiatore internazionale si sta pericolosamente dissolvendo.
La cortesia non occupa spazio in valigia, ma lascia un’impronta in ogni destinazione!
EDDA
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